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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Gaetano Inserito il - 28/06/2013 : 12:53:28
Tra le altre popolazioni della Sardegna settentrionale, Tolomeo ricorda anche i Coracensi (che alcuni vorrebbero localizzare presso Nostra Signora di Coros, ad Ittiri), i Carensi, i Luquidonensi e gli Esaronensi.
Gli Esaronensi (Æsaronenses) abitarono a sud dei Salcitani e dei Lucuidonenses e a nord dei Æchilenenses o Cornenses.
Erano una popolazione probabilmente d'origine etrusca, localizzata nel retroterra di Feronia, alla foce del fiume di Posada.
Forse più tardi Feronia cambiò nome, divenendo Portus Liguidonis.
Un'arcaica dedica a Giove, Giunone e Minerva rinvenuta a Civita Castellana ricorda in Sardegna alla fine del III secolo a. C. un collegio di Falisci, forse dei cuochi, presieduto da due magistrati: è noto che il Lucus Feroniae, una divinità che alcuni dicono etrusca, altri italica, si trovava a poche miglia da Falerii.

La Provincia di Sassari: i secoli e la storia. Sassari, Amministrazione Provinciale di Sassari (1987)

Il solo fatto che sia esistito un popolo che si richiama nella sua denominazione al nostro fiume mi ha creato una certa curiosità.
Ovviamente, ho cercato di approfondire per quanto possibile e su Wikipedia ho scoperto che:
Il riferimento ai "Falisci", in senso stretto "abitanti di Falerii", nome con cui i Romani indicavano un antico popolo dell'Italia centrale, affine e contemporaneo ai Latini per lingua e costumi, che si può affiancare agli stessi nel raggruppamento Latino-falisco con Enotri e Siculi, migrato lungo la direttrice nord-sud della costa occidentale della penisola italiana, in epoca antecedente la discesa delle altre popolazioni indo-europee del gruppo Osco-umbri, potrebbe essere un possibile anello di congiunzione con la nostra zona.

Infatti, gli Enotri, erano un'antica popolazione dell'Italia preromana stanziata, attorno all'XI secolo a.C., in un territorio di notevoli dimensioni comprendente anche la Calabria settentrionale.
Più in particolare, la parte della odierna Calabria, delimitata a nord dal fiume Lao, ad est dall'altopiano della Sila, a sud dall'istmo di Catanzaro (il punto più stretto d'Italia compreso tra i golfi di S. Eufemia e Squillace), ad ovest dal mare Tirreno, nel periodo dall' VIII al IV secolo a.C. e dalla maggior parte degli scrittori del tempo, fu chiamata Enotria.
Ecateo da Mileto li descrive come un popolo di montanari, dedito alla pastorizia, che rese abitata ogni contrada della fertile terra di Ausonia. Polibio li dice un popolo in possesso di “ogni virtù, per onestà di costumi, benignità della natura, ospitalità verso tutti, e diverso dagli altri greci per colpe e crudeltà; notevole per religioso rispetto verso gli dei”.
In quanto pastori, abitarono le zone alte e aspre della catena costiera, con propensione più verso le ubertose colline interne che verso le strette e aride coste di questo lembo tirrenico.
Omero, li descrisse quanto mai felici, soprattutto perché vicini al regno degli dei.
Le cime dei monti, per gli antichi, erano i luoghi di contatto e di convegno con le proprie divinità celesti e, per il cantore di Odisseo, il popolo che abitava le montagne e le alture doveva godere dell'inestimabile e mirabile dono di essere un “prescelto” dagli dei e di essere a loro vicino e da loro favorito.
L'Enotria fu ricca di sorgenti e di fiumi.
I fiumi, che rendevano fertili i campi, disponibile un copioso pescato, percorribile il territorio da monte a valle, costituivano una forte attrazione per livelli organizzativi sempre più alti e forti.
Tra i maggiori corsi d'acqua il Crati, il Busento, il Neto, il Sibaris (Coscile), il Lao, il Muconio (Moccone), l'Ocinaron (Savuto), l'Esaro, l'Acheronte e tanti altri furono conosciuti, descritti e decantati sin dall'antichità, conservando i nomi attuali quasi inalterati.
Le maggiori vie di comunicazione del tempo furono condizionate, in maniera determinante, dalla difficile orografia dei luoghi; i fiumi, con le loro valli, ne indicavano i tracciati più agevoli e favorevoli.
Nel sistema gerarchico offerto naturalmente dal territorio, primeggiava, senza sostanziali alternative, l'asse longitudinale (il Crati); in senso trasversale, invece, sussistevano condizioni di maggiore omogeneità, con prevalenza della via dell'Esaro o Coscile a Nord, del Neto – Savuto o Neto – Acheronte a Sud.

Forse tra gli Esaronensi ed il nostro fiume non c'era alcuna connessione, ma una passeggiata nel tempo è sempre affascinante!





1   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Antonio Inserito il - 28/06/2013 : 13:29:18
Ciao Gaetano, grazie per le tue sempre interessanti pubblicazioni.

Le antiche popolazioni pre-coloniali della nostra area sono altrettanto affascinanti, e purtroppo molto meno note, di quelle che poi svilupparono la civiltà Magnogreca con l’arrivo del Greci e la fondazione delle colonie.

Per gli amici interessati all’argomento allego la foto di una Necropoli degli Enotri non lontana da Sybaris e dal "nostro" fiume Esaro (affluente del Coscile).
La visitai nell’estate del 2009.

I magnifici ritrovamenti (tra i quali una splendida armatura in bronzo e un ex-voto di un nostro lontanissimo “compaesano” vincitore di un’Olimpiade!”) sono conservati nel Museo Archeologico della Sibaritide.





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