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 San Francesco ne I Malavoglia

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Gaetano Inserito il - 01/04/2015 : 14:06:10
"La notte era così nera che non si vedeva da un capo all’altro della Provvidenza, tanto che Alessi non piangeva più dal terrore.

Il nonno era disteso in fondo alla barca, colla testa rotta. ’Ntoni finalmente lo trovo tastoni e gli parve che fosse morto, perché non fiatava e non si muoveva affatto. La stanga del timone urtava di qua e di là, mentre la barca saltava in aria e si inabissava.

Ah, San Francesco di Paola! Ah! San Francesco benedetto! strillavano i due ragazzi, ora che non sapevano più che fare. San Francesco misericordioso li udì, mentre andava per la burrasca in soccorso dei suoi devoti, e stese il suo mantello sotto la Provvidenza, giusto quando stava per spaccarsi come un guscio di noce sullo scoglio dei colombi, sotto la guardiola della dogana".

Giovanni Verga, I Malavoglia, cap. X



La vita di San Francesco di Paola fu una vita vissuta in estrema povertà e ricca di eventi miracolosi, come ad esempio l'attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello steso, che ne ha fatto poi il patrono della gente di mare.

Nelle pagine de “I Malavoglia”, uno dei massimi capolavori della nostra letteratura, il suo nome ricorre molte volte, non solo nell’occasione del miracolo, circostanza già peraltro assai inconsueta in un’opera “verista”.

Egli è più volte invocato dagli umili protagonisti del romanzo, in quella “melodia del dolore” che li accompagna nell’alternarsi di tragedie e speranze.

E ciò, emblematicamente, per la sua particolare capacità di ascoltare e soccorrere i poveri, i più deboli, per il suo farsi “minimo”, di ridursi all’essenziale, in piena immedesimazione allo spirito evangelico.

Papa Giovanni Paolo II° giunse a Paola nell’ottobre del 1984 “presso questo Santuario, in cui tutto ci parla di un uomo che seppe donarsi senza riserve a Dio, trovando in tale incondizionata consacrazione di sé la sorgente sempre zampillante di una carità inesausta verso i fratelli”.

Nell’incontro che ebbe con i Padri Minimi ebbe a dire: "Questa giornata è dunque molto importante nella mia vita, perché ho potuto venire qui e conoscere che cosa vuol dire questo minimi. Questo Francesco di Paola, l'eremita, era un uomo di radicalismo evangelico assoluto.

Penso allora che con questa visita un pò di quello spirito di San Francesco di Paola e del suo minimismo possa scendere anche nel mio spirito. Tutti abbiamo bisogno, direi soprattutto noi, apostoli successori degli apostoli, di questo minimismo evangelico.

Domani 2 aprile si ricorda insieme a San Francesco di Paola il decimo anniversario della morte di San Giovanni Paolo II°.




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